Continua il roadshow targato Sace-Ice-Simest
Come possono le Pmi presidiare i mercati esteri? Costituendo reti di imprese.
Questa strategia è facilitata dal roadshow per l’internazionalizzazione, nato tre anni fa grazie al “triumvirato” Sace-Ice-Simest.
L’obiettivo principale del progetto è favorire l’esportazione del made in Italy in tutto il mondo, in sintonia con le previsioni di Sace sull’andamento delle esportazioni: +3,2% nel 2016 nonostante il fenomeno Brexit.
La rete d’impresa è una forma che permette di superare il nanismo dimensionale di molte aziende italiane, limitate nella possibilità di esportare beni e servizi all’estero. Aggregarsi ha infatti un valore aggiunto, perché le imprese possono affrontare la complessità dei grandi mercati internazionali, mettendo a sistema risorse e conoscenze. Inoltre possono condividere il rischio, un fattore da non trascurare quando si intraprendono iniziative su scala globale.
Secondo Retimpresa i contratti di rete in Italia sono 2.880; in forte espansione rispetto al 2014/15.
I settori che hanno scelto questa forma per far crescere il proprio business sono:
- Manifatturiero (26%)
- Attività scientifiche, tecnologiche e professionali (11%)
- Agricoltura, silvicoltura e pesca (10%)
- Costruzioni (10%)
Le reti sono più presenti in Lomabrdia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto.
Mentre la ripartizione delle imprese per contratto di rete è caratterizzata ancora da piccoli gruppi:
- 2-3 imprese (46,3%)
- Tra 4-9 imprese (42,3%)
- 10 o più imprese (10,5%)
Le prossime due tappe, previste il 20 luglio a Bologna e il 21 settembre a Milano, saranno veramente strategiche per i processi di internazionalizzazione del nostro sistema produttivo. Davvero due buone occasioni per “fare rete”.
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